“T” Mostro è l’area dedicata all’arte in tutte le sue forme del T-Fest


Dal 19 al 21 luglio vieni a visitare l’area “T” Mostro, dedicata totalmente all’arte. Artisti provenienti da tutta Italia esporranno le loro opere all’interno del suggestivo Convento dei Padri Riformati di Pulsano. Due le zone da visitare: lo splendido chiostro rimasto intatto nei secoli e il ritrovato giardino adiacente.

Di seguito le biografie degli espositori selezionati per questa edizione.


Vito Bisanti

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Nato e cresciuto a Pulsano, Vito Bisanti ha dedicato oltre 40 anni della sua vita professionale al settore marittimo come Agente marittimo e Raccomandatario per diverse Agenzie Marittime. Da circa due anni, ha dato vita a un sogno coltivato da tempo, avvicinandosi al mondo dell'arte come autodidatta impressionista.

Bisanti realizza opere con tecniche pittoriche a olio e acrilico, utilizzando pennello e spatola su supporti di tela e legno compensato. Le sue composizioni si concentrano prevalentemente su tematiche floreali e paesaggistiche, ritraendo la bellezza del mare e della campagna. Queste opere prendono vita attraverso un sapiente utilizzo dei colori, senza l'ausilio di disegni preparatori, trasmettendo una sensazione di immediatezza e spontaneità.

Le creazioni di Bisanti evocano chiaramente l'esperienza degli impressionisti francesi della seconda metà dell'Ottocento, ispirandosi in particolare a maestri come Claude Monet e Pierre-Auguste Renoir. Nei suoi paesaggi marini, l'artista predilige i colori caldi e gioca con i riflessi e le trasparenze di luce e acqua. Talvolta, il colore acquisisce una maggiore consistenza e spessore
grazie all'applicazione di gel e paste strutturanti.

Nel territorio, Vito Bisanti è apprezzato per la spontaneità e l'immediatezza della sua pittura, capace di trasmettere solarità e di far percepire sensorialmente allo spettatore ciò che è raffigurato. Le sue opere invitano a immergersi nei paesaggi naturalistici rappresentati, offrendo un’esperienza visiva coinvolgente e autentica.


Alessandra Brancone

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Ingegnere civile con la passione per la fotografia. Le sue foto, che ritraggono la Settimana Santa, sono state protagoniste di due mostre:

  • “Passione per i Riti”, presso il   Convento dei padri riformati;
  • “Imagines Passionis”, presso il MAP (Museo Archeologico di Pulsano).
Inoltre, altre delle sue foto sono state utilizzate per diversi manifesti dell’Arciconfraternita di Pulsano.


Francesco Calistri

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Francesco Calistri nato a Pistoia nel 1991. Vive a Roma dal 2023. Sin da bambino ha coltivato la passione per il disegno ma solo a 22 anni dopo aver conseguito una laurea al DAMS di Firenze, si decide ad abbandonare l’attività teatrale che praticava da 4 anni per potersi dedicare completamente alla pittura e divenire un pittore professionista. 

Tale decisione è seguita dalla scelta di adottare un nome d’arte, con cui per i successivi 10 anni firmerà i propri dipinti, Hirdilak. Nel suo percorso artistico ha frequentato la scuola libera del Nudo presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze e successivamente l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ma ruolo ancor più importante per la sua arte è stato l’elemento del viaggio, che lo ha portato a scoprire e ha mantenere viva la curiosità verso l’Altro, conducendolo per periodi di ricerca in Marocco, Tunisia, Francia, Spagna e Cuba.

Ha ricevuto diversi riconoscimenti artistici prendendo parte a numerose esposizioni fra cui: nel 2019 alla Royal Society of portrait painters, Mall galleries di Londra; nel 2020 vincendo l’Yicca prize 20/21 di Milano; nel 2021 vincendo il premio acquisizione Malamegi Lab.19 di Roma, e il premio emergente alla Biennale d’arte di Genova, e lo stesso anno ha partecipato alla London Art Biennale. Nel 2023 si trasferisce a Roma e pubblica a conclusione di un progetto di tre anni il libro di fotografia “Fotosintesi. 96 polaroid di Primavera”. Attualmente è artista residente presso la galleria Ghiggini 1822 di Varese e la Tobian Art Gallery di Firenze.

Le opere
  • Iris Jazz
Un dipinto a quattro mani di Alessandra Guttagliere (biografia nel paragrafo successivo) & Francesco Calistri. Pigmenti naturali e acrilici su juta grezza. Dimensioni: 151*242
Una festa di iris, una gioia pura, per l'unione di due energie che glorificano la primavera.


Puoi connetterti con l'artista qui:

Website: https://www.francescocalistri.com/

Instagram: https://www.instagram.com/hirdilak/

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Alessandra Guttagliere

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Scenografa, fotografa, poeta, ha a che fare con le belle arti ed è una “trovatrice”. La sua magnetica arte dal volto semplice è la perla risultante dalla sua pratica di espandere linguaggi, classici e contemporanei, oltre il senso, favorendo le folgori, gli attimi di ispirazione. Laureata all'Accademia di belle arti fi Firenze, più interessata alla scenografia verbale, il suo lavoro è stato visibile al MAXXI (fotografia e poesia) alla Triennale di Milano (fotografia e poesia) con Fabbrica Europa ai Musei e Parchi Archeologici Nazionali di Cartagine e Firenze (arti visive e performative). 

È stata la tarologa del Pavillon des Canaux a Parigi nel 2015 luogo e anno in cui conia Tarot Poétique il suo approccio di lettura e insegnamento del Tarot. Come scenografa firma il cortometraggio vincitore del David di Donatello 2015, e il lungo che nello stesso anno vince il RIFF. Come costumista progetta per la danza contemporanea Anthologie Bleutenlese costumi in seta dipinta con i fiori selvatici, a Monaco di Baviera nel 2020. 

È scelta da Sarah Moon come finalista per il Prix Picto de la Photographie de Mode che espone il suo lavoro a Parigi al Palais Galliera nel 2020. Nel 2021 il suo lavoro fotografico è oggetto di studio di tesi di dottorato in antropologia per la Columbia University a New York. Vive e lavora nel sud Italia dove trae ispirazione e in cui cura un giardino d'artista.

Le opere:
  • Iris Jazz
Un dipinto a quattro mani di Alessandra Guttagliere & Francesco Calistri (biografia nel paragrafo precedente). Pigmenti naturali e acrilici su juta grezza. Dimensioni: 151*242
Una festa di iris, una gioia pura, per l'unione di due energie che glorificano la primavera.


Puoi connetterti con l'artista qui:

Tumblr: https://alessandraguttagliere.tumblr.com/welcome

Instagram: https://www.instagram.com/alessandraguttagliere/

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Antonio Del Vecchio

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Antonio Del Vecchio è nato a Brindisi (Italia) nel 1997. Cresce a San Vito dei Normanni (BR), che lascia all’età di 19 anni per studiare discipline delle arti, della musica e dello spettacolo di Bologna. Sperimenta la fotografia fin dall’adolescenza e nel 2020 si iscrive alla magistrale dell’École nationale supérieure de la photographie di Arles, in Francia.

La sua ricerca fotografica si concentra sull’immaginario, l’identità, la memoria e la valorizzazione del mondo rurale dell’Italia meridionale, in particolare della sua regione natale: la Puglia.


Le opere
:
  • SICCUM SANGUINE (2020 – in corso). 
La serie si propone come un possibile ritratto del mondo rurale pugliese, divenuto oggi una terra sfruttata che porta le cicatrici di un passato violento, costruito sulle sofferenze dei contadini.

Questo territorio è caratterizzato da una forte influenza della religione cristiana, da riti e tradizioni profondamente radicate nella vita quotidiana, da una terra arida per diversi mesi all’anno e da un sole che cuoce le pietre, come si suol dire in dialetto.

A queste caratteristiche emblematiche del Salento si aggiungono l’esodo rurale, i flussi d’emigrazione, le crisi economiche, l’afflusso del turismo di massa e la diffusione del batterio xylella fastidiosa, responsabile del rapido disseccamento degli ulivi.

Siccum Sanguine intende rappresentare simbolicamente l’incuria della natura e della cultura popolare, reintegrare nella narrazione collettiva una storia del mondo contadino che è stata alterata, ed elaborare il lutto di un territorio che sta cambiando e della perdita ineluttabile che ne deriva.

Puoi connetterti con l’artista qui:

Instagram: https://www.instagram.com/antonio.del.vecchio/


Carmine La Fratta

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La luce di Puglia, filtrata dall'animo prima ancora che dall'obiettivo, si fa poesia. La natura ripresa all’aria aperta permette di cogliere tutto il valore dell'incidenza delle radiazioni luminose naturali sul paesaggio e sui soggetti di questo studio, liberandoli dalle briglie di una costruzione standardizzata o troppo meditata. La sostanza degli elementi messi a fuoco si vaporizza dissolvendosi nella luce, per trasformarsi in immagini, esaltate e valorizzate dalle sottili sfumature che i raggi lucenti generano su ogni particolare.

Il risultato è una piacevole sensazione di mutevolezza e mobilità; l'attimo fuggente fissato dall'obiettivo di Carmine coglie sensazioni ed emozioni personali che l'osservatore potrà percepire come gradevoli, positive, inquietanti, angosciati attraverso una soggettiva decodifica attuata dagli strumenti interiori di cui è in possesso.

La peculiarità del nostro animo ci consentono di interpretare metaforicamente gli elementi all'origine della vita che, in questa mostra, vengono rappresentati in maniera desueta: l'aria, energia vitale che respiriamo, allegoria del movimento; la terra, materia primordiale che accoglie e nutre la vita, metafora di solidità; l'acqua, fonte della vita che giunge al mare per poi addentrarsi nelle profondità della terra, simbolo di coesione.

I mondi animali e vegetali derivati dall'interazione degli elementi di base vengono, nelle foto di La Fratta, decontestualizzati dal loro habitat naturale per concorrere, tutti assieme, a connotare una terra generosa e prolifica in cui le diversità convivono in simbolici abbracci, come l'immagine simbolo della mostra che vede una seppia abbarbicata ad un antico tronco di ulivo, quasi a voler trarre linfa vitale in un estremo sforzo di sopravvivenza. Cozze e mitili che sembrano essersi staccati dai rami millenari, uova di ricci fecondate da radici secolari, giochi di sirene e onde, uno sguardo antico che fa memoria, silenzioso testimone di ricchezze e saperi non adeguatamente custoditi.

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Grazia Ligorio

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Grazia Ligorio anno ‘63 nasce nel capoluogo della ceramiche, Grottaglie, dove già da adolescente coltiva la passione per la decorazione presso la Ionio ceramica. Col passare del tempo, non perde la passione e l’amore per l’arte su Creta.
La troverete durante le serate del T-fest a decorare con i suoi colori e pennelli.


Arianna Loscialpo

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Arianna Loscialpo è nata a Putignano (BA) nel1977. 
Attualmente è iscritta all'Associazione Liberi Incisori di Bologna e all'Associazione Incisori Contemporanei. Hanno scritto di lei i critici Gianni Pre, Valter Fabri, Lorenzo Argentino, Sonia Patrizia Catena e Daniela Pacchiana, Roberto Lacarbonara, Giuliana Schiavone, Davide Pugnana, i professori Piero Marchetti, Claudio Giorgetti, Angelo Palmisano, Pietro Lucchese.

Collabora con la stamperia Busato di Vicenza. 
Dal 2010 al 2013 ha insegnato Grafica e Tecniche dell’incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara.


Francesco Montemurri

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Nato nel 1996, inizia ad appassionarsi alla fotografia a 18 anni, età nella quale le sue zie gli regalano la sua prima reflex. Ha collezionato nel tempo una serie di fotografie, spaziando in vari generi ma facendo più intimo il rapporto con il ritratto e la still life, dove spesso include fiori. Ha frequentato l'Università degli Studi di Bari nella facoltà di Farmacia. 

Attualmente lavora presso una farmacia di Taranto nutrendo però sempre la sua passione verso l'arte della fotografia. I suoi artisti di riferimento sono Tim Walker, David LaChapelle, Vivian Maier e Hopper. Il suo percorso nel mondo della fotografia è stato affiancato da donne e uomini che hanno saputo aiutarlo e dargli consigli sull’affascinante e seducente mondo della fotografia.

Le opere:

  • Squadra (ritratti di Puglia)
Ogni donna e uomo compongono un mosaico che abbraccia e sorregge il mondo. Questa serie di ritratti è iniziata verso la fine del 2023 e raccoglie foto di donne e uomini pugliesi che hanno saputo catturare la curiosità dei miei occhi. Le fotografie, così come una squadra, rappresentano la bellezza dell'unicità poiché ognuno partecipa all'unisono nel comporre il suono della bellezza dell'Universo.
Erica, Gaetano, Michele, Gaia, Giovanni, Patty e Alfredo sono i protagonisti di una squadra dove ognuno di voi sarà sempre invitato a partecipare poiché vorrò sempre catturare parte della vostra bellezza attraverso la fotografia.
  • Il suono dei tamburi
La serie di fotografie è stata realizzata a Taranto (Puglia) nel 2024. Questa raccolta di fotografie è figlia della curiosità che accomuna tutti gli esseri viventi del mondo. Ho iniziato a raccogliere queste fotografie poiché, durante la mia pausa lavorativa, tra il turno del mattino e quello del pomeriggio, ho voluto conoscere più a fondo le strade, i quartieri e la gente di questa città baciata dal mare. Le foto sono quindi il frutto di momenti leggeri che mi permettevano di riempire i miei occhi con storie e profumi che vivono nella città di Taranto. Questa serie di fotografie è iniziata nel 2024 ma sarà un progetto aperto verso l'infinito, poiché la curiosità muove l'anima rendendola eterna.


Puoi connetterti con l'artista qui:

Instagram: https://www.instagram.com/ilmonte__/


Carmelinda Petraroli

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Carmelinda Petraroli
 nasce a Torino. Suo padre Orazio e suo nonno Cosimo sono affermati artisti, che vivono della loro arte. Fin da piccola, Carmelinda assorbe atmosfere e sensazioni che la portano a realizzare un primo disegno già all’età di due anni e mezzo. Si destreggia tra varie tecniche pittoriche, e si diploma come Maestra d’arte alla scuola di Grottaglie.

Lavora come disegnatrice di interni in un’azienda di architettura, ma si sente incompleta in questa attività, e così, capisce che la pittura è suo il mondo dove può trovare appagamento a questo suo bisogno interiore. Partecipa a numerose mostre, conseguendo importanti riconoscimenti a diversi concorsi, tra i quali la biennale di Venezia, il premio internazionale Arcaista di Tarquinia, la menzione d’onore dell’Accademia di Belle Arti Arcaista di Crispiano e il Festival dell’Immagine di Martina Franca.

Ama l’arte in generale sotto tutte le sue forme, le piace sperimentare continuamente, e dalla scorsa estate realizza un format artistico che denomina “Dipingere con la luce”.

Il progetto:
  • Jonathan il gabbiano: vola solo chi osa farlo.
Il progetto, rivolto ai ragazzi ma adatto anche a un pubblico adulto, è un percorso emozionale che, partendo da immagini pittoriche, accompagna lo spettatore in un viaggio verso la libertà. “Dipingere con la luce” è il format originale, ideato e realizzato dalla Maestra d’Arte Carmelinda Petraroli, che attraverso l’uso di materiali naturali, quali l’olio EVO e il vino di Puglia, guida lo spettatore, accarezzato dalla musica, sulla traccia del racconto liberamente ispirato a “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach.

Il tema centrale è quello della ricerca della libertà attraverso la presa di coscienza della propria individualità, unica e irripetibile, e della capacità di essere sé stessi senza lasciarsi travolgere dall’omologazione e dall’appiattimento sociale. Un recupero delle proprie tradizioni, dell’appartenenza alla terra, attraverso una tecnica che predilige la creatività e la fantasia, in cui la pittura si fonde con la musica e la letteratura, in una trilogia di arti che stimola la fantasia e l’immaginazione dello spettatore, guidandolo in una riflessione sul valore fondante della libertà.

Testi e scelta musicale: Matteo Gentile
Pittrice dal vivo: M° Carmelinda Petraroli

Puoi connetterti con l'artista qui:

Instagram: https://www.instagram.com/carmelindapetraroli/

Facebook: https://www.facebook.com/carmelinda.petraroli

Website: www.carmelindapetraroli.it


Natalia Testa

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Natalia Testa è un’artista Tarantina le cui opere rappresentano una sintesi di elaborata e personale ricerca stilistica che dà vita a nuove forme che, dall’antichità si rivestono di singolare contemporaneità. Nasce come pittrice conseguendo il diploma di Maturità artistica a Taranto per poi proseguire i suoi studi in decorazione di interni, mosaico romano, restauro, ed infine approdare alla lavorazione e forgiatura dei metalli come rame, argento, ottone, per la realizzazione di monili-amuleti con pietre dure semi preziose e, non ultimo, al mondo della cristallo-terapia.

Da qui l’artista, ispirandosi al femminino sacro e alla mitologia, al simbolismo e all’esoterismo, si dedica tutt’ora alla divulgazione di queste tematiche attraverso mostre itineranti dei suoi dipinti e monili.

Tra i suoi lavori meritano particolare menzione: partecipazione alla realizzazione del mosaico/fontana che si trova nel Tribunale di Taranto; realizzazione della targa dedicata a Giordano Bruno sita in Piazza Giordano Bruno di Taranto (Piazza Maria immacolata); realizzazione di affreschi su altare, ambone, via crucis, tabernacolo in rame, dipinto alle spalle dell’altare della Rettoria “Stella Maris” (Marina di Pulsano); vincitrice di diversi concorsi nazionali di pittura; ha rappresentato Taranto nel 2000 in occasione del giubileo a Roma, esponendo un proprio dipinto (L’Eclissi) nell’accademia di Romania; le è stata dedicata una recensione sulla famosa rivista Elle, edizione giapponese, in qualità di artigiana pugliese operante, fino al 2018, nel suo laboratorio d’arte a Ostuni; le è stato anche dedicato un articolo su Vogue Accessori, in merito alla realizzazione di un suo esemplare ispirato all’orecchino “a navicella” esposto nel Museo Nazionale MarTa.

Le opere:

7 tele raffiguranti le divinità greche femminili, accompagnate da ferma capelli ispirati a quelli esposti nel museo MAP dei convento dei padri riformati.
Nel giardino esterno del convento saranno esposti monili e un dipinto che rappresenta il sacro femminino. In più, l'artista lavorerà il rame, su incudine, mostrando al pubblico alcune tecniche di lavorazione dei metalli.

Vita Maria Tomai

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È nata a Leporano (TA) nel 1956. Ha frequentato a Taranto il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti a Torino nel Corso di Scultura. Ha partecipato a mostre collettive e personali in varie città d'Italia. Alcune sue opere si trovano esposte nel Parco Casale e nell'Accademia Albertina di Torino e nella Suola Elementare «A. Gemelli» di Leporano. Vita Maria Tomai compone una serie di
dipinti, incisioni e sculture con i quali intende farsi conoscere dal pubblico e dalla critica cittadina.

La giovane scultrice ha studiato con serietà e continuità ed ha proseguito la ricerca anche dopo il normale corso di studi affinando il disegno, lavorando il marmo ed il legno.
Altrettanto degni di considerazione i temi che la scultrice fa suoi e sviluppa con intelligenza e padronanza. Sono temi di cultura contadina, che nulla hanno del bozzetto o della letteratura folcloristica.

Vita tomai ritrova nella scultura la sua dimensione di donna, ovvero di protagonista dell'atto creativo per eccellenza: la maternità, che è poi uno dei suoi temi preferiti congiuntamente a quello dei "vecchi", abbracciando simbolicamente l'intero arco della vita, nella rappresentanza dei suoi estremi. Pur lavorando materiali nobili, quali il marmo ed il bronzo la Tomai esprime al meglio la sua creatività quando si cimenta con materiali poveri, quali l'argilla, il legno, la pietra, che le consentono di esprimere la sua vigorosa vena passionale, con grande immediatezza.


Antonio Tomai Pitinca

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Nonostante non abbia mai intrapreso studi artistici, dedicandosi dapprincipio alla letteratura, ANTONIO TOMAI PITINCA (1998) si è da sempre, sin da bambino, servito dell’arte come principale strumento espressivo.

Dapprima intimorito dalla pittura a olio, ne diventa successivamente un estimatore, grazie alle sue caratteristiche di straordinaria versatilità e brillantezza. La sua ricerca pittorica è connotata da un grande interesse per la zoologia: la maggior parte delle sue opere, infatti, riproduce animali di ogni tipo, spasmodicamente rappresentati nella loro intricata e sublime realisticità e definiti da dettagli resi vividi attraverso tonalità sapientemente miscelate e trasposte sulla tela.

Proprio questa caratterizzante ricerca del dettaglio e del reale, non costituisce una “liberazione artistica” ma è, anzi, decisamente una costrizione. Per l’autore, infatti, fare arte è un atto complesso che richiede una minuziosa attenzione dalla quale scaturisce un’inquietudine derivante dall’ansia di non riuscire a ottenere il risultato sperato. Dietro la placidità dei suoi soggetti, dunque, si nasconde un procedimento tecnico irrequieto e affannoso il quale, tuttavia, è proprio il motore che spinge l’artista a evolversi costantemente e, soprattutto, a migliorare nel tempo.

Antonio Tomai Pitinca è originario di Pulsano, si è formato a Siena e Roma e le sue opere sono state esposte in diverse mostre sul territorio pugliese.

Le opere
  • NOBILI ORIGINI: due sue opere inedite. Acrilici su tela, 80x120.
Puoi connetterti con l'artista qui:

Instagram
: https://www.instagram.com/antospritzgerald/